nell'anno del Signore

Saturday, July 15, 2006

oh cmq la solitudine è una brutta bestia e io ne so qualcosa... si farebbe di tutto pur di comunicare con qualcuno... certo io ho molti interessi, scrivo per me, scrivo lettere, leggo, faccio lavoretti decorativi, sport... ma stasera per esempio mi andava di andare a vedere un gruppo garage suonare fuori zona e non ho trovato nesuno che venisse con me... che palle!!! è che non è sano andare in giro da sole con la gente che gira e io non sono abituata a guidare la notte specie in zone che non conosco... che palle... e allora? vai con rainews 24 a palla... ma perchè cavolo continuano a parlare della fiat di Memfi??? perchè lamentarsi per il fatto che il datore proponeva di lavorare un po' di meno ... in fondo al sud si vive anche con un po' di meno...tutto è rapportato...in genere prima di prendere decisioni aziendali gli executives approvano dei business plans mirati... mah... io sarei ben contenta di lavorare di meno... non capisco come nel 2006 siamo ancora costretti a lavorare come degli schiavi...dovremmo tutti avere il minimo per campare con una fatica minore... lo Statuto dei lavoratori è antiquato e così come la Costituzione va rivisitato...gli operai della VW oltreconfine hanno bene accettato il fatto di lavorare di meno, ovviamente percependo di meno, di modo che tutti possano lavorare... e la cosa funziona ma da noi è improponibile visto che in genere gli Italiani non sono disposti a fare sacrifici nè rivoluzioni.Sì ora va quella dei tassisti... ma i postini la rivoluzione mica la fanno... col cavolo!!! e dire che in teoria dovrebbero essere solidali con quelli a t determinato sfruttati come schiavi oltre orario a zero spese e zero rischi con condizioni disumane. E chissà quali altre categorie dovrebbero fare delle rivoluzioni nazionali...ma poi spiegatemi voi perché si deve essere costretti a prendere il taxi... io non so, ma quando vado in Germania il taxi non lo prendo mai. Uso i mezzi pubblici e amen. Il taxi se proprio non si può fare altro. Io qua lo prendo per andare alla stazione con le valigie se non ho nessuno che mi accompagni. Caso estremo.
ma perché mi faccio queste elucubrazioni mentali il sabato notte? perchè sono sola, ma io non chiamo il 113 come qualcuno ha fatto per scambiare due chiacchere!!!

Friday, July 14, 2006

Faenza,14 luglio 2006





Le scrivo in rif. alla lettera di recesso, da Lei sottoscritta, per parte dell’azienda Poste Italiane S.p.A. dal contratto con me stipulato in data 01/07/06 con scadenza al 31/10/06.


Essendo la sottoscritta Dottoressa in Giurisprudenza, ritengo inadeguato, offensivo e illegittimo il modo in cui mi è stato proposto il licenziamento.


Inadeguato, perché da parte di una azienda di pubblico servizio quale è Poste Italiane s.p.a , non mi è stato apertamente comunicato il licenziamento, ma subdolamente estorto senza spiegazione. Mi hanno chiamato in direzione tramite terzi facendomi firmare “un foglio” che io ritenevo una mera pratica burocratica. Tutto questo senza guardarmi in faccia, né qualificarsi, né spiegare il gesto. Premesso che durante il periodo di prova non sono dovuti i motivi del recesso, comunque capire cosa si è sbagliato è necessario ai fini di un miglioramento del proprio servizio. Tutto questo dovrebbe comunque avvenire durante lo svolgimento del proprio lavoro e non in base a decisioni prese da un preposto in un ufficio che non conosce la realtà operativa aziendale nella quale il portalettere lavora o la conosce e fa finta di niente.



Offensivo alla mia intelligenza. Non metto in dubbio la diligenza e l’impegno necessari per svolgere il compito di portalettere, ma resta un lavoro meramente esecutivo e pratico, senza comunque grossi impegni mentali.
Colgo l’occasione per denunciare le impossibili condizioni di lavoro nelle quali io mi sono trovata ad operare. Giungendo da Faenza, mi è impossibile conoscere da subito la realtà sia della città di Ravenna che dell’ufficio postale nel quale si presta servizio. Non avendo io ricevuto alcun tipo di formazione adeguata i.e. una persona che almeno per qualche giorno prestasse servizio insieme a me in contemporanea e mi insegnasse le pratiche e i ritmi orari del lavoro, è stato comunque inevitabile commettere qualche errore – se lo si è commesso, visto che non mi è stato comunicato-.
Inoltre mi hanno affidato zone molto impegnative e in riferimento alle strade, pericolose e contorte che da soli è impossibile ricoprire diligentemente nelle poche ore a disposizione per consegnare la posta in specie nel solleone.
La Romea è una strada parecchio trafficata e non facilmente agibile con lo scooter stracarico di posta e Punta Marina, essendo una località di mare in forte espansione urbanistica è fin dal casellario mal gestita e non aggiornata.









Illegittimo in riferimento sia a quanto detto in primis, sia per quanto riguarda l’alone di mistero che ha avvolto tutto il mio rapporto di lavoro fin dall’inizio. Niente è stato chiaro, non c’è stata comunicazione e mi sono sentita “ghettizzata”.
Mi chiedo inoltre come fosse possibile che colleghi di zone limitrofe uscissero con corrispondenza meno voluminosa della mia. In specie l’ultimo giorno ho visto con i miei occhi un mio collega limitrofo uscire con solo lettere, senza una stampa. Forse che essendo un sostituto (la titolare era a casa in malattia) gli era stato dato ordine di non consegnare le stampe? Può essere, ma è un comportamento discriminante non solo nei miei confronti, ma anche di quelli di altri colleghi che come me lavorano pochi mesi e dai quali si pretende sempre la consegna totale della corrispondenza che inevitabilmente causa disservizi esigendo dal portalettere quotidianamente un impegno oltre le sue reali possibilità fisiche, mentali e psichiche. Il portalettere malvolentieri lavora tante ore dopo l’orario di lavoro se non viene retribuito rischiando anche la sua salute.




Certa dell’attenzione che Lei vorrà porre alle mie parole, resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

In fede,


Sofia Vicchi