nell'anno del Signore

Wednesday, October 17, 2007

SMUSSARE GLI ANGOLI

Uno dei miei incidenti domestici più frequenti è sbattere negli spigoli dei tavoli, del letto, della cassettiera… Non vi descrivo poi il dolore atroce quando sbatto la testa contro le travi di cemento della soffitta, il che può accadere ogni qualvolta vado nel sottotetto a stendere il bucato e devo per forza chinarmi piegando al testa. Scomodo sì, ma non ho altro spazio per stendere. Mi sto chiedendo “Possibile che non sia possibile un mondo senza angoli?”. Per lo meno senza angoli superflui.
Tutti questi angoli sono difficili da sostenere anche per i miei occhi e secondo me, a prescindere dalle teorie di tipo Feng-shui e co., attraggono energie negative. Si dice in effetti che siano le Piramidi le uniche costruzioni i cui angoli diretti al cielo influiscano positivamente sulla vita terrena. Che mi debba fornire di mini piramidi sparse in tutta casa per neutralizzare l’effetto negativo degli angoli della mobilia in modo da non ritrovarmi più le gambe piene di lividi? Ma perché i designer dell’arredamento non spremono i loro neuroni per smussare gli angoli dai loro progetti? Nel 2007 non è forse possibile produrre mobili senza angoli a buon prezzo? Ikea, ti lancio l’idea! Sì, il letto tondo già lo hai creato, ma non mi sembra funzionale. Perché non elicoidale allora?
Certo, arrivare ai parametri di Hundertwasser – pavimenti collinosi- è forse un po’ eccessivo, ma io preferisco le forme morbide a quelle appuntite. Una passeggiata in collina la preferisco ad una scalata in montagna. I nudi femminili li prediligo ai nudi maschili. La bellezza delle curve del corpo umano è indescrivibile.
Ispirandosi a tali curve una ditta straniera ha creato il primo cocoon (letto a forma di guscio) per il Powernapping, in gergo “pisolino” o “pennichella”, rito del quale io sono devota. Tale formidabile poltrona è dotata di timer che ti sveglia con musica di vostra scelta. Come tutti i nuovi comfort costa tanto. Pazienza, mi accontenterò di svegliarmi a rumore delle gru dei cantieri attorno a casa terminata la pausa pranzo dei muratori.


Sono felice di annunciare che nel 2007 ancora qualcuno si stupisce delle piccole cose ed io ne traggo un gran piacere. Da queste parti ancora si alzano gli occhi al cielo se passa un mezzo meccanico volante. Stamattina per esempio mi sono recata dal tabaccaio, non il solito di Via Oberdan, ma quello vicino al Bar Giardino. Gli ho chiesto un francobollo per l’America. “L’America?!?!?” fa lui, come se avessi chiesto un francobollo per il Pianeta Rosso. E dopo avere controllato ben bene tutte le tariffe me lo rende tutto contento. Deduco che o nessuno gli chiede francobolli per l’oltreoceano, o per lui tale terra costituisce ancora qualcosa di mitico ed inesplorato.
Io mi stupisco quando vedo gli scoiattoli attorno al parco per nulla spaventati dalla mia presenza, intenti a fare provviste di nocciole. Mi stupisco quando leggo i giornali locali, cosa che non faccio spesso un po’ per tempo e un po’ per soldi essendo la lettura di tali quotidiani legata alle mie sporadiche fermate in qualche bar. Mi riferisco in specie alle notizie di cronaca del territorio e mi dico “Ma guarda te che cosa è successo qui. Ma và. Non ci credo. Eppure…” . Questa forma di stupore la alimento evitando di essere oppressa dalla lettura quotidiana delle notizie e dalla pressione dei tg di ogni genere. Oggi siamo tartassati dai tg. Finisce uno che inizia l’altro. Poi c’è lo sport, il meteo con tutti i “Presentato da…” e alla fine se si conta le notizie spazzatura il tg dura il doppio del necessario, come i film la sera sui canali non RAI. Io la mattina, se mi sveglio ad un’ora decente mi focalizzo su rainews24 e se ne ho voglia mi concentro sui dibattiti, sulle notizie che scorrono in basso e aspetto l’ultimo aggiornamento. Altrimenti vado su Canale 11 e mi sento la rassegna stampa del territorio, cosa peraltro gradevole visto che il tipo che conduce è telegenico. C’è anche un’altra rete, 7 Gold , che ogni giorno affronta una tematica diversa relativa al territorio bolognese e raccoglie tutti gli sfoghi dei telespettatori. Quest’ultima è un po’ frustrante, ma talvolta aiuta a capire che “anche il tuo vicino ha un problema”.
Una cosa che cerco di non perdermi mai è la “Storia siamo noi” che inizia alle 8.15 su rai 3. Ultimamente ho visto una puntata dedicata alla Callas, donna della quale io ho solo sentito parlare da mia madre e dalle persone della sua generazione. Certo che aveva proprio una gran voce questa Callas! Da brivido, come quella di Pavarotti –RIP-. Adesso che mi sono documentata un po’ su questa cantante lirica, posso comprendere perché mia madre diceva che “I Greci non sono una gran bella razza.”. E anche qui non le si potevano dare tutti i torti visto lo smacco attuato da parte di Aristotele Onassis che dopo anni di unione e di false promesse le preferì Jacqueline Kennedy come moglie, senza preavviso per giunta. Il signor Onassis non era certo capace di “smussare gli angoli”, ma di acuirli, a mio avviso.
Io forse non ho ancora ben capito come va il mondo. Onassis si sposò Jacqueline – e viceversa- perché era famosa/o, giovane/vecchio e ricca/o? Sì, sì, deve essere proprio così. Alla fine – come ri-dimostrato da un recente sondaggio- la donna cerca nel compagno una sicurezza finanziaria. D’altronde come darle torto quando una camicetta che mi vorrei comprare costa 220 euro? Ok, va bene che la qualità si paga, ma qui pago bene anche la manodopera italiana (forse?!?) – e nel mio caso non si tratta di firma famosa -. E i maschi? I signori uomini, secondo questo rapporto che ho letto su Yahoo! Notizie, la vogliono giovane, perché fertile. A voi giudicare.
Secondo quello che dice Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Callas
a detta del marito Meneghini la Callas si sposò vergine -1949- e facendo i calcoli aveva 27 anni. Dicono poi che lui la tradisse. E se lei soffriva di vaginismo? Io me lo chiedo visto la vita non certo facile che ha avuto. Ma del resto queste sono cose che lascio a menti più sottili delle mie. Mi auguro che la Jacqueline se la spassasse bene al di fuori di Onassis, così i conti tornano pari.

Il fatto che in passato pagassero appositi “fischiatori” per rovinare la carriera alle voci liriche mi ha fatto pensare che anche queste persone fossero figlie dei loro tempi, come la musica classica stessa. In fondo mica esisteva il PC, il palmare, il cellulare e tutta la stampa odierna. In qualche maniera dovevano poi passarsi il tempo. Se ti pagano poi tanto meglio. Era forse come partecipare dal vivo ad un gossip che si sarebbe letto l’indomani sulla carta stampata.
Quando penso che proprio la mancanza dei mass media rendeva certe persone così creative – mi riferisco a musicisti, scrittori, attori, artisti…- mi domando se tali persone oggigiorno non facciano uno sforzo sovraumano per creare ciò che li appassiona e per sopravvivere, oberati dalla tecnologia. Magari fanno come me, cercano di estraniarsi ogni tanto.

Una cosa difficile da attuare quando leggo i quotidiani locali è l’ammassamento delle notizie. E’ pieno di avvisi di sagre paesane. Ce ne sono così tante che effettivamente io se dovessi sceglierne una non saprei quale scegliere. Poi comunque arriva il week-end e mi chiedo : “Ma quali sagre ci sono oggi? E dove stanno?”. Insomma me le dovrei ben segnare in agenda tutte quante e studiarne la logistica.


Io non guardo mai Miss Italia perché mi sembra la “Fiera delle vacche”, con tutto il rispetto per le vacche in esposizione si intende. Sicuramente avrà la sua utilità una tale trasmissione, ma di questi tempi mi chiedo se non sia possibile spostarla su canali tematici tipo fashion tv. D’altronde lo scopo è farsi ammirare e utilizzare il dono della bellezza del proprio corpo per farsi strada nel mondo dei mass-media. Cosa che non reputo sbagliata. Ma mi sembra che, a giudicare dalle foto di primo acchito, la nuova miss sia un po’ stecchina. Alla faccia di chi vuole portare alla ribalta le donne con taglia 46 a modello per le giovanissime. Certo, forse avranno voluto premiare la “semplicità”, a discapito della bellezza come ho letto su internet. Non avendo visto la trasmissione non posso giudicare. Resta il fatto che la Miss deve essere anche bella e per bellezza intendo l’armoniosità delle forme. A me non sembra che questa reginetta sia poi tanto armoniosa. Beh, certo, uno stecco non crea mai problemi di armonia. Qualsiasi cosa gli metti addosso gli va bene.
Visto il trend attuale indico un nuovo concorso per vincere il titolo di MISS INTAGLIA. Sì, dico a te, proprio a te che magari stai seduta sulla cyclette sudando e leggendo queste righe. Tu potresti essere la candidata ideale per Miss Intaglia, la Miss portatrice dei diritti della giusta taglia. Allora che ne dite? Lo accendiamo? Lo chiedo anche a te Oliviero Toscani, che in questi giorni dài scandalo con mega fotografie ritraenti una modella anoressica nuda. Chiedo il Tuo supporto per questo progetto.

Agosto: Pippino mio non ti conosco. E’ così che è iniziato Agosto, una settimana a Parma agli Europei di Avancarica. Certo che quando lo dicevo in giro prima di partire in genere dovevo spiegare che cosa è l’Avancarica e mi guardavano come se fossi venuta da Vega. Solo qualcuno conoscendomi non si è stupito e la cosa positiva è che sono riuscita anche a fare coinvolgere chi non ne sapeva mezza di armi e tiro tipo Enrico (grande come sempre n.d.S.) che è perfino venuto a trovarmi alla manifestazione sorbendosi anche le premiazioni finali, avvenimento noioso da digerire se non si sale a ritirare la meritata medaglia.
Ebbene sì, oltre all’interprete, P.R., info anfo e attentati vari, sono stata investita del ruolo di donnina portamedaglie con tanto di vestito adatto all’uopo. Ma mica ufficiale, come quello che usano alle Olimpiadi. Ufficioso –nero e sexy- e chi ha visto le foto ne sa qualcosa. Io ancora non le ho ricevute tutte quante, tipo quelle censurabili. E’ che io, con i miei trascorsi da scaricatore di porto ho fatto qualche gaffe e qualcuno se ne è approfittato scattandomi immagini azzardate. Beh, se le mie gambe sono belle io voglio quelle foto così le metto sul mio myspace e lascio che ne goda anche il resto del mondo. Visto che sono di passaggio anche io, ha un senso eternarsi in qualche modo. Per questo che mi piacciono personaggi come Dita von Teese e Deva Matisa. Con il loro corpo creano un’arte che, benché passeggera, con l’ausilio delle tecniche moderne è possibile eternare.

Durante la mia permanenza a Parma ovviamente ho conosciuto un po’ di gente di varie nazionalità, perfino un belga che crea artigianalmente i coltelli di selce oltre alle pietre di accensione per le armi ad avancarica. Ho aiutato non solo lui a fare affari tramite il mio cervello-PC-multitraduttore, ma anche gli altri standisti della manifestazione.
Devo dire che a livello di marketing il vestito sexy della premiazione funzionava alla grande. In pratica io lavoravo dalle 8.00 alle 16 circa. Poi ci si andava a cambiare per la premiazione, anticipata dall’estrazione di una lotteria organizzata con l’aiuto dei vari sponsors tra i quali la Barilla che è di Parma. Insomma non c’è stata una serata in cui siano rimasti dei biglietti. Le ragazze –io, Amanda la brasiliana e la Jessica (queste ultime minorenni n.d.S.)- erano chiamate dappertutto per l’acquisto dei biglietti. Come direbbe qualcuno che conosco: “La f**a tira sempre.”.
In pratica si finiva di lavorare anche tardi, tipo sulle 22.00 e magari mi prelevavano per andare a bere e a mangiare mentre io già pensavo al letto dopo varie ore sui tacchi. In quei giorni ho avuto quindi un discreto successo, cosa che ha sicuramente aumentato la mia autostima, ma ha diminuito la mia voce.

Ora un episodio che solo dall’alto del palco delle premiazioni poteva essere notato. Era in atto la premiazione di una specialità a squadre con esito 1. Germania, 2. Rep. Ceca, 3. Austria. Una bambina tedesca era solita salire col padre sul podio solo che ovviamente non veniva presa in considerazione quando lei tendeva la sua manina di saluto agli atleti delle altre squadre mentre salivano sul podio. Ma la volta in cui gli atleti della Rep. Ceca fanno atto di volere dare la mano proprio a lei, lei che fa? Volta la schiena rifugiandosi dentro le gambe del babbo e ripete il gesto ben due volte anche con l’altro atleta della Rep. Ceca. Quando salgono gli Austriaci, che ci provano pure loro con la bambina, questa invece tranquillamente accetta di dargli la mano. Mah…Rep. Ceca no, Austria sì….mah…meditate gente, meditate…

Dopo la mia esperienza a Parma sono partita diretta verso la Germania e con Marco ho vissuto un tour di due settimane a tappe: Monaco, Norimberga, Dresda, Berlino, Potsdam, Erfurt, Bamberg, Norimberga, Innsbruck, casa.
Sì, una bella tirata, ma un tour che consiglio a tutti. Norimberga è sempre stupenda e stavolta la mattina alle 6.00 ho tentato il giro di corsa della città attorno alle mura – 6 km circa- mentre si svegliavano tutti i barboni, persone peraltro gradevoli. Una cosa che mi piace della Germania è che sono soliti salutare. Entri in un negozio e salutano, esci e salutano, incontri un perfetto sconosciuto per strada e ti saluta. Questa è una cosa che apprezzo, perché da noi sono parecchio musoni o ignorantoni e fanno fatica a salutare anche se ci si conosce.
A Norimberga ho visitato il Centro di Documentazione del Partito Nazionalsocialista che sarebbe il quartiere che Adolfo aveva intenzione di adibire a centro del Reich per il suo partito. Non riuscì terminare l’opera, ma l’imponente costruzione con sembianze da Colosseo che si erge fiera dalla foresta è stata adibita a museo della storia del partito e in parte ospita mostre temporanee correlate. Quando sono andata io ve ne era una riguardante la famiglia che produceva i forni crematori. Una ricerca certosina come solo i Tedeschi sanno fare, ma però ci vuole anche molto coraggio psichico immagino. Ho anche trovato il famoso Tribunale di Norimberga e se si può lo visiterò la prossima volta.
La tattica che usiamo io e Marco per visitare i posti non è quella da classico turista con la guida. Cercando i negozi di modellismo che interessano a Marco troviamo magari altre cose che ci interessano o passiamo comunque dai posti turistici ma senza averlo programmato in precedenza. Così salta fuori che quell’edificio sulla Further Strasse dall’altra parte della strada, che mi sa tanto da tribunale, è il famoso tribunale di cui sopra. Trovato senza averlo cercato, cioè cercando uno dei negozi della catena Conrad, mecca per gli appassionati di modellismo.
Dresda mi ha affascinato e consiglio davvero a tutti una capatina in questa grande città della ex-DDR. E’ famosa principalmente perché fu rasa al suolo completamente a Guerra quasi terminata. I Tedeschi si presero la briga di conservare i pezzi originali di quello che era rimasto di edifici storici come la Frauenkirche, segnandosi perfino la posizione originale di questo e quel mattone. Questa chiesa fu ricostruita dopo il crollo del muro perché prima mancavano i fondi e anche perché il partito non era tanto dell’idea. E’ commovente notare il contrasto dei mattoni originali scuri che si stagliano nel muro dell’edificio.

Il caso ha voluto che capitassimo a Dresda il giorno della Festa della città e il centro era invaso da bancarelle multicolore e di stile differente le une dalle altre.
Sulla riva del fiume vi era la festa dello sport con tutte le associazioni sportive della città, addirittura uno stand della Bundespolizei che mostrava una camionetta con telecamera collegata alla frontiera e faceva opera informativa su tutto ciò che riguarda il vivere in pubblica sicurezza.
Il museo della città ospita la famosa Madonna di Raffaello con i putti gemelli ai suoi piedi, quei due graziosi angioletti di cui uno con lo sguardo sognante, che si vedono stampati in tutte le cartoline a Firenze e si pensa che siano a Firenze, mentre invece sono a Dresda. Nello stesso edificio si può ammirare una vasta collezione di armi e armamenti prussiani dalla Preistoria alle Guerre. Mi hanno fatto parecchia impressione le armature corazzate dei cavalieri medievali. Che pesantezza! Ma come facevano a portarle? Era una bella palestra, ecco perché mangiavano come dei maiali.
A Dresda abbiamo pernottato a casa di una contadina non lontano dalla città, tale famiglia Fehrmann in località Altgoempitz. Il nome mi fa venire il singhiozzo, ma deve essere un luogo antico, visto che le mura originali del paese circondano la casa – dimora di questa famiglia. Una autentica “corte” la definirei, visto che mi ci sono volute almeno 10 foto per conservarmene un ritratto.
Berlino era il mio sogno alla partenza. Ahimè non avevo fatto i conti con la storia. Ancora avevo in testa il ricordo della città che vidi undici anni fa. Questa volta ho trovato una Berlino turistico commerciale come lo è Roma o Firenze. La cultura è diventata il doppio più costosa. Il Duomo che io visitai gratis ora ha un prezzo di ingresso di 10 euro. I rigattieri russi alla Porta di Brandeburgo non ci sono più. Al loro posto un Hotel di lusso col portiere in livrea e cappello a cilindro. Il quartiere governativo, davvero affascinante dal punto di vista architettonico, ha fatto salire il valore della zona in maniera esponenziale dove io invece ricordavo esserci cantieri ed edifici della DDR fatiscenti.
L’arte contemporanea è pure diventata fighetta, quando io me la ricordavo di libera e conveniente fruizione. Non ho visto artisti fricchettoni questa volta. Addirittura lì all’Unter den Linden hanno aperto una mini filiale del Guggenheim dove si possono vedere le estemporanee di artisti contemporanei, ma a caro prezzo. Così come è necessario pagare 10 euro per il Museo di Arte Contemporanea all’Hamburger Bahnhof, uno sfizio che mi sono concessa. In questa vecchia stazione ferroviaria – nulla a che vedere con la stazione d’Orsay di Parigi- davvero potete farvi una vasta idea dei fenomeni dell’arte d’oggi. Mi è rimasta impressa una tipa che crea sculture con giocattoli e materiale riciclato, in specie soldatini, Barbie, bicchieri e bottiglie. Ogni opera costa una vagonata di euro e l’effetto è assicurato quindi sia all’occhio che al portafogli.
Una cosa buona a Berlino l’ho trovata: i dischi a ottimi prezzi. Ho comprato varia musica tra cui Gilbert Becaud, Jesus Christ Superstar OST, Mc Vicar OST, Le Orme, The Pipettes, etc… Poi ovviamente ho trovato un bel negozio di accessori per la mia mailart-scrapart nella Schlosstrasse.
A Potsdam siamo passati di strada verso Erfurt. Giusto il tempo per visitare l’Alter Palais, uno dei Palazzi dell’Imperatore. Ovviamente solo una piccola parte è accessibile ai visitatori. Il salone da pranzo sarà grande quanto due condomini e tra una stanza e l’altra l’imperatrice fece installare i primi WC, nascosti da porticine nascoste nel muro. Direi che Potsdam mi è piaciuta parecchio, è ancora “decadente” e immersa nella natura, quasi una città selvaggia e merita diversi giorni per godersela appieno. Erfurt si trova nella regione chiamata Turingia, tutta collinosa dominata da foreste oscure sempre facente parte della ex-DDR. Questa città ha il fascino gotico, in Inglese sarebbe “gloomy”. Il centro conserva tutte le case e gli edifici originali di epoca medievale e le cattedrali gotiche che purtoppo arrivando verso sera non siamo riusciti a visitare. Verso le 18 cominciano ad uscire per strada i primi “vampiri”, i ragazzi e le ragazze che si vestono in stile gotico. Quindi è normale potersi spaventare nel vederli se non si è abituati a vivere là.
Il negozio più spettacolare per l’abbigliamento gotico e fetish l’ho visto a Bamberg, dove ci siamo fermati di passaggio verso Norimberga. Altra città stupenda, definita “la Venezia della Germania” per via dei fiumi e dei canali che l’attraversano (ma a me non parevano così tanti n.d.S.).
Alla frontiera con l’Austria sostiamo a Bad Toelz, tipico paesino dove si è trasferito il mio amico ciclista di mtb Michael (della Turingia!) e ci siamo incontrati presso una diga là in alto dove si fermano tutti i bikers. Devo dire che non so se pesasse di meno
lui o la sua bici in carbonio: sono entrambi così leggeri!
In Austria ci siamo fermati a Schwaz, una città a metà strada fra Worgl e Innsbruck. Mentre Marco guardava la partita di baseball io mi sono deliziata a visitare il mega impianto sportivo dotato inoltre di Tiro a Segno –sotto il campo da baseball- , pista di atletica con pertinenze varie, tre campi da calcio, palestra per basket, pallavolo e ginnastica, due campi da beach volley o racchettoni. E si poteva entrare tranquillamente a fare dei giri, a correre o passeggiare con la famiglia. Chiaramente il tutto era in ordine e pulito. Da noi sarebbe impensabile.

Settembre è stato il mese del Grillo per via delle manifestazioni dell’ otto settembre che si sono svolte in varie piazze d’Italia animate dai sostenitori dell’ex-comico ora opinionista.
Quello che dice in parte lo condivido e sono contenta che qualcuno urli e possa sfogarsi denunciando il marciume italiano senza al momento correre pericoli per la propria persona. Io mi sento un po’ come il Grillo quando scrivo le mie critiche in questa sede. Ma non sono mai stata una persona mediatica quindi non credo che sarò mai altrettanto oggetto di attenzione. Peccato, perché io sono attratta dal successo. Mi chiedo solo una cosa. Perché tanta folla smania per le cose che strilla Grillo e nessuno invece muove un dito per formulare una proposta di riforma dello Statuto dei lavoratori ormai vetusto come la Costituzione? In pratica, c’è ancora bisogno nel 2007 di lavorare per forza otto ore al giorno ( e poi perché nel pubblico impiego solo sei??? Otto o sei per tutti n.d S.) quando abbiamo fior fiore di PC e tecnologie come supporto alle nostre fatiche? Perché devono esistere stipendi da 5 euro all’ora che mi sembra una presa per il sedere? Allora evviva i barboni e gli artisti di strada, evviva i lavavetri. A fine giornata portano a casa di più. Lasciamo scegliere ai liberi professionisti quante ore lavorare e a tutti quanti come utilizzare i contributi. Per il Welfare e le pensioni dovrebbero bastare le tasse normali. Nonostante io non sia una esperta di economia non mi pare di sragionare.

Anche le terapie dallo Psicologo dovrebbe passarle la mutua o per lo meno dare delle detrazioni. In fondo se la mente non funziona a dovere, anche il fisico ne risente e la figura dello psicologo non è più da considerarsi rappresentante di una terapia di sfizio o capriccio e detentore di una scienza occulta, che non ha risvolto pratico né dimostrabile. Lo psicologo della mutua spesso non è in grado di risolvere certe disfunzioni mentali umane.

“La prova del cuoco” è una trasmissione che su di me ha un effetto rilassante. Nella mia mente mi piace vedere che qualcuno cucina per qualcun altro. Il mio sogno? Uno chef personale ovviamente. Ultimamente mi sono messa ai fornelli, meglio dire al forno: ho cotto il pane! E mi è venuto anche bene, tipo un toscano bello tamugno. Ora mi voglio specializzare impratichendomi con varie farine e sperimentazioni.


Ho visto pochi films. Ma recentemente mi è rimasta impressa la serie di SAW l’enigmista. Non tanto per i macabri rituali perpetrati dal protagonista malato di tumore al cervello, quanto per la sottile morale che racchiudono: ama la vita con suo bene e il suo male.
Mi è piaciuto molto Pathfinder, storia di un ragazzo di origini vichinghe che nel Canada di secoli orsono decide di ergersi a paladino del suo popolo adottivo, gli Indiani, difendendolo dalle prepotenze vichinghe.


Mi piacciono gli Holy Modal Rounders perché sono un inno alla folk-stupidità. Sofia

Ascoltare Brahms è sempre una garanzia di successo se non si sceglie un tono minore. Sofia

Sulla salute non si bada ai soldi. Sì, ma se non li hai? un barbone

In Via Zamboni il freak si rivolge ad un passante con tono tossico:
- Scusa, hai una cartina?-
- Di Bologna?-
- Adesso vengo e ti spacco il culooooo!-
Ovviamente intendeva una cartina per il rollo.



Partorita il 16/10/2007 da Sofia Vicchi.