nell'anno del Signore

Thursday, May 10, 2007

La mia vita da falsa casalinga è scandita da ritmi ben precisi come definizione, ma sghembi come consumazione della definizione. Mi definisco “falsa” casalinga semplicemente perché non pago la relativa assicurazione annuale aggrappandomi al fatto del “ma tanto ho lavorato…un po’”. Effettivamente io non ho ancora capito da cosa si deduce che una persona, uomo o donna, possa essere definita “casalinga”. Già la parola mi sta sulle palle di principio. C A S A L I N G A… io odio questa connessione letteraria; è una assonanza, non concordate? HOUSEWIFE (letto A U S U A I F), il corrispettivo inglese, suona decisamente meglio. Solo che è applicabile solo alle donne, contenendo “housewife” la parola “wife”, moglie. Non credo esista “househusband” per l’uomo (husband=marito). Da qui si deduce ancora una volta la pragmaticità anglosassone del genere: la donna è donna e sta a casa a tirare su la famiglia, come è stato dall’epoca dei nostri antenati al di là e al di qua del Vallum Adrianii. Certo, ho letto che la donna presso i barbari aveva qualche prerogativa in più rispetto alla donna nella società romana, dove veniva considerata l’oggetto del marito e amen. I guerrieri antichi abitanti d’Irlanda, i Celti, erano dediti alle pratiche omosessuali. Per loro era normale e anzi, se un uomo faceva una avance ad un altro maschietto e questo non ci stava, il primo poteva ritenersi offeso nel proprio onore… brutta faccenda, visto che era facilissimo afferrare un ferro tagliente e utilizzarlo come peggio si può pensare. Insomma, la donna che scopriva che il proprio uomo andava a uomini, aveva tutto il diritto di “divorziare” e cambiare uomo.
Questo è quello che ho letto su un fantastico sito curato da un Francese -sembra- che ha svolto indagini accurate su argomenti di varia natura fra cui le “sweathouses”, le camere del sudore. In pratica sono le antenate delle saune. Piccole grotte scavate in campagna, in luoghi isolati, spesso vicino ad un fiume, dove le persone fino a non molto tempo fa andavano a purificarsi. Un misto tra una capanna e una grotta a misura d’uomo. Si attizza il fuoco, si entra nudi, ci si sta finchè si può, si esce scappando nel fiume e il gioco è fatto. Un po’ sadomaso ma di sicuro effetto.
Ecco il link dove potete ammirare stupende immagini dell’Irlanda con mappe accurate dei luoghi dove si trovano le sweathouses e pietre simboliche di vario genere davvero affascinanti: http://www.irishmegaliths.org.uk/sweathouses.htm

Tornando al discorso delle casalinghe…dove ero rimasta??? Ah, ma chi è casalinga? Chi può essere definito/a tale? COSA è una casalinga? Tutti siamo un po’ casalinghe e qui non ci piove. Se non desideriamo che le nostre case si trasformino in stalle ci tocca il lavoro di pulizia e riorganizzazione secondo ritmi personali e consoni al nostro modo di campare. Ci tocca cucinare se vogliamo mangiare, ci tocca fare la spesa, eccetera, eccetera. Una volta la donna era destinata a fare la casalinga, poche lavoravano (in specie in campagna). Io non sono una sociologa quindi prendete sempre tutto con beneficio di inventario…mi baso sulle pitture dei macchiaioli (a proposito, la mostra di Silvestro Lega a Forlì merita veramente, anche se il biglietto è un salasso)e sui racconti di mio padre per dire quello che scrivo. Insomma il lavoro della donna era quello della casalinga che, vi assicuro, anche oggi non è un lavoro semplice e come allora bisogna far quadrare tempo, necessità e bilanci . Ma all’epoca la donna accettava il suo ruolo di casalinga e madre. Tutti sapevano quale era il proprio ruolo fin dalla nascita, non c’erano BISOGNI. Se ce n’erano, ci si rassegnava facilmente all’idea di non riuscire a soddisfarli. Il ricco era ricco e viveva da ricco- non aggiungo altro-, il povero era povero sia che fosse contadino o che fosse artigiano… avrebbe fatto il contadino e l’artigiano a vita e così i suoi figli… nessuno si chiedeva il perché, non c’era bisogno di fare altro. Nessuno pensava a non continuare l’opera paterna o ad andarsene di casa, eccezion fatta per i maschi inviati in guerra. Il fine principale era tirare a campare. Certo, le eccezioni ci sono state, ma si chiamano eccezioni, no? Mio padre per buona parte della sua vita ha vissuto nella stessa maniera di suo padre che aveva vissuto come suo padre. E’ dall’ultimo dopoguerra che è iniziato il “voltone” come lo chiamo io, in specie dall’avvento della televisione. I derivati ( Pc, cellulari, ecc…) poi hanno fatto il resto e gli effetti collaterali sulla nostra società sono a noi noti. Quindi oggi la donna per campare non può fare come mezzo secolo fa. Deve lavorare. A meno che “non si faccia mantenere”, espressione questa oggi considerata una infamia. Si pensa subito a che cosa “potrà mai fare quella donna a quell’uomo a letto” per farsi mantenere. Nessuno lo dice ma è così che pensano in tantissimi. Beh, io credo che non sia una infamia farsi mantenere da un uomo. Non è vergognoso. Purtroppo oggi le circostanze dovute alla disoccupazione, al precariato portano anche molti uomini a farsi mantenere dalle donne o dai genitori. Quindi deve essere accettato. La cosa brutta è che chiaramente ognuno di noi ha bisogno di un proprio gruzzoletto di soldi da spendere in caso di necessità. Io sono stata educata con una cultura femminista del tipo “studia che poi trovi un buon lavoro, sei libera e non ti fai mettere i piedi sul collo”. Il concetto di fondo è valido, ma non è più dimostrabile visto che mia madre ragionava con la testa dei suoi tempi. Ora potete capire la mia grande delusione quando mi sono sbattuta con il mondo odierno e in particolare col mercato del lavoro. Ho constatato che per la donna non è cambiato molto e che lo sbattimento è il doppio. In poche parole essere donne è in partenza una gran fregatura che bisogna accettare e amen. C’è chi non pensa a queste cose e lo accetta meglio di altre che invece condividono il mio pensiero.
Ma allora sono io una casalinga? Cosa è una casalinga? Chi è casalinga? Lo è una persona che come me vive da casalinga al 90 percento dell’anno e che per il restante 20percento “lavoricchia”? O lo è una che neanche “lavoricchia”? Probabilmente vi è una definizione legislativa in merito e io ancora non mi sono presa la briga di leggerla. Una delle conseguenze aberranti dei miei studi giuridici è stata quella di farmi allontanare dalle normative. Sono arrivata alla conclusione che il nostro sistema attuale di Laurea in Giurisprudenza non serva. Sì, è totalmente inutile visto la mole di leggi, decreti, statuti, disegni, quadri, progetti esistenti in Italia. Cominciamo a TAGLIARE di brutto tutta questa pappardella come fanno in Germania periodicamente, poi riformiamo l’ordine degli studi, rendiamolo più pragmatico e ne riparliamo.
Capisco la frustrazione costruttiva di uno studioso di matematica. La Matematica è infinita, non arrivi mai in fondo, è ramificata, offre innumerevoli spunti e allora si può dire “che palle!”. Ma il Diritto… cribbio, sì, lo si dovrà plasmare alle esigenze della società nel tempo, ma alla fine gli argomenti di fondo, i settori dei rapporti interpersonali sono quelli incentrati sulla famiglia e sulla proprietà, quella “maledetta proprietà” dell’articolo 832 del Codice Civile, l’unico che mi ricordo ancora, “il diritto di GODERE e di DISPORRE della cosa in modo PIENO ed ESCLUSIVO”. A leggerlo così, magari ad alta voce, ci si sente padroni del mondo, imperatori. Ma è da questo diritto che partono tutti i casini (in fondo anche quelli familiari toccano questo argomento) ed è da questo che fior fiore di avvocati e notai traggono la loro pagnotta o pizza quotidiana.

Passiamo ai miei ritmi da casalinga, come anticipato nell’intro.
Parlo ovviamente di un giorno in cui non abbia impegni ben precisi, un giorno quasi qualunque.
La mattina cerco di svegliarmi presto e riesco a farlo se la sera prima vado a letto prima delle 22.30, ora in cui le mie palpebre iniziano a chiudersi. Per presto intendo prima delle 8.00. Dopo tale orario mi considero una pelandrona, una che si sveglia tardi e nella mia testa la giornata è già passata per non dire sprecata. Non è che ne faccio una tragedia se mi sveglio tardi, però mi scoccia fortemente.
Voi direte: -Ma Sofia, le 8.00 non è tardi, tu hai la fortuna che non devi andare a lavorare e potresti dormire di più accidenti… - . E’ che io vivo col famoso detto delle ore del mattino e vi posso assicurare che è veritiero. Le volte che ho fatto il contrario, ho ottenuto solo delle batoste. Le notti le facevo sui libri all’epoca di Diritto delle Comunità Europee. Già il nome dell’esame palesa una disciplina ormai ancestrale, ma il titolo lungo corrispondeva alla pesantezza dell’esame che comunque era per me parecchio interessante. All’epoca credevo nelle mie capacità e nella possibilità di creare una società nazionale in armonia con se stessa e con le altre Nazioni. Vi erano parecchie sentenze da ricordare tra le quali il famoso “caso Simmenthal”, sì della carne in scatola, avete letto bene. Cavolo che notti! Studio e studio fino all’alba. Poi dormitone e di nuovo sotto. Ma chi me lo paga quello sforzo??? Io non me lo ripago di certo, visto la mia situazione di vita attuale. Anzi, il dramma è che pagavo come tutti le tasse per farlo. Arrivavo alla mattina dell’esame che dormivo in piedi e mancavano le sedie negli androni di palazzo Malvezzi, sede della mia facoltà. Poi magari spostavano la mia prova al pomeriggio: felicità !!! AAARGH!!! L’edifico della nostra facoltà era uno scandalo per quanto riguarda l’accoglienza degli aspiranti giuristi. In inverno aspettavi fuori all’addiaccio sotto il portico del cortile interno che ti chiamassero dentro dove finalmente iniziavi a sudare e non solo per l’improvviso caldo delle aule. In estate ci si salvava, ma, come anticipato, non vi erano abbastanza posti per sedersi. Non è che si potevano occupare tutte le scale anche perché così non si sentiva se si veniva chiamati dentro. L’Alma Mater ha più di nove secoli di vita e li dimostra tutti non c’è che dire.

Allora mi sveglio, faccio colazione più o meno abbondante (dipende dal ciclo) mentre guardo raitre. E non perché io sia di una certa parte politica. Con gli anni il tg5 e co. mi hanno disgustato. Sono chiassosi e contengono troppa pubblicità. Raitre fino alle 9.00, ora in cui cominciano i documentari storici, è davvero rilassante. Cercano di copiare la CNN, ma non ci riescono e per fortuna. In genere dibattono le situazioni di Paesi come la Cina, il Medio Oriente e altri Stati di cui non si parla sovente chiamando ospiti e acculturati di vario genere in studio. L’altro giorno c’era perfino la Mussolini e devo dire che ha parlato davvero bene e mi ha fatto una discreta impressione. In genere quando vedo uno qualunque dei nostri politici cambio canale. Sapete, quando penso che con le nostre tasse paghiamo i loro mega stipendi mi viene voglia di fare un colpo di stato, ovvero di fondare un mio personalissimo partito, il “partito del rock” che sono sicura raccoglierebbe numerosi adepti. Quello del “buon senso” sarebbe certamente snobbato. Ormai il buon senso è RIP.
Dopo la pornostar, il trans,i mafiosi, i vari pusher e imputati di rapina credo che a Roma possa sedersi chiunque su una di quelle poltrone. Chi era quell’imperatore romano che aveva eletto a senatore il suo cavallo??? Scusate forse ho dei ricordi sbagliati, magari correggetemi.
Quando mi gira mi guardo il documentario storico alle 9.00. Magari nel frattempo faccio andare la lavatrice e pulisco un po’ casa. Se non guardo il documentario le cose di casa le faccio meglio ovviamente e mi concentro di più mentre riordino il letto. Magari trovo le mie pecore sparse qua e là. Sono di peluche e non ho solo quelle, un mini zoo che mi gratifica con viaggi mentali degni della fantasia di un bambino degli anni Settanta (oggi giocano con gli schermi,l no comment!).
Poi scelgo un disco da ascoltare per caricarmi un po’. Dipende dalla luna. Posso passare tranquillamente dalla Classica al Bluegrass e al Punk/Metal senza troppi problemi. Ho dei dischi che ho ascoltato poco e talvolta ritiro fuori delle vecchie cassette. Comunque da quando è morta mia madre è difficile che ascolti dei ritmi lenti o delle canzoni tristi. Per esempio, per me Vasco è triste. Non chiedetemi perché, a me fa molta tristezza, quindi non lo ascolto.
A metà giornata bisogna vedere cosa c’è da fare. Se devo uscire a fare la spesa, a pagare le bollette, pulire le scale del condominio, spedire le lettere e i pacchi ai miei corrispondenti o andare in altri posti. Il mercatino dell’usato è uno dei miei spot preferiti sia che io vada a portare che a vedere di trovare. Ultimamente molto tempo l’ho dedicato al ripulisti o, meglio, alla riorganizzazione della casa. Questo è un compito importante che spetta alla casalinga anche se l’uomo è chiamato a dare manforte. Purtroppo il più delle volte è sordo.
Io non so gli altri, ma ci metto così tanto tempo ed energia in questo lavoro che mi distruggo. Credo che ci siano persone che non si dedicano mai al ripulisti e vivono con una casa incasinata. Io ho tre stanze e il bagno. Se metto in casa una cosa devo ingegnarmi a buttarne via un’ altra. La soffitta che io uso come ripostiglio vi assicuro che non è une bella scusante da utilizzare. Se ammucchio tutto su durante l’inverno, vedi poi quanta roba avrò da riorganizzare di sopra in Primavera, unico momento in cui si può stare in soffitta senza crepare dal freddo o dal caldo. Eh, eh, anche io ho una mia sweathouse personale; che fica, eh?
Se non sono a Forlì a fare visita a mio padre pranzo a casa. Chi mi conosce sa che a me non piace cucinare, altra qualità invece richiesta ad una casalinga. Non mi hanno mai avviato alla cultura dello chef e quindi non è colpa mia. Quando chiedevo a mia madre di aiutarla a cucinare lei diceva “studia che è meglio e per imparare a cucinare c’è sempre tempo”: mica vero!!! Non è che non ci abbia mai provato, ma davvero, dovrei sempre avere qualcuno che mi sostenga in questa attività per potermici cimentare. Infatti Marco cucina meglio di me. Lascio quindi fare a lui. In genere i miei piatti forti sono la frittata, la pasta asciutta senza e con i pomodorini, la carne alla piastra, il riso con le croste del parmigiano, le cose nei barattoli, la verdura surgelata, le patate lesse. Direi che per sopravvivere possa bastare. Un paio di volte ho fatto i biscotti, ma avevo il giusto stimolo. Mi sono saltati fuori brutti ma buoni e tutti a forma di pecorina. Quando non ho voglia di stegamare mangio in una di quelle baracchine attorno al parco vicino a casa. Molto comodo e ne approfitto per leggere ed eventualmente fregare qualche giornale Una mia specialità è portarmi a casa ogni tanto le riviste dai luoghi di pubblica sosta. Mi fa sentire anche molto bene, quasi fossi una cleptomane. Il dramma di queste riviste femminili-culturali o maschili oggi giorno è che non sono più riviste, ma enciclopedie e non mi riferisco solo al peso-mattone creato dalla pubblicità. All’interno si toccano così tanti argomenti che ogni tanto mi viene da pensare del perché continuino a stampare i libri. Tanto vale che stampino solo riviste con articoli degni –dalla sessualità alla storia- così chi non ama leggere, legge per forza vista la varietà degli argomenti. Per lo meno è più invogliato.Un po’ come fare la settimana enigmistica ma con meno attenzione. Ogni tanto mi piace completare qualche cruciverba, ma preferisco i rebus e il passatempo “riempi gli spazi coi puntini”. Altrimenti se compro una rivista o è pychologies o Astrella (contiene illustrazioni interessanti per fare mailart oltre ad articoli su usi e leggende).
Mio padre è ok come cuoco. Utilizza il metodo del “ quel che ci metti ci trovi”, ma è ok e devo dire che in certe cose surclassa anche Liviana, la sua donnetta. La sua specialità sono le creme. Cavolo, dei budini così con li fa nessuno: un pasticcere mancato.
Dopo pranzo in genere faccio la penichella –per me vitale!- poi caffè per digerire seguito dalla ripresa delle mie attività che comprendono lo scrivere e l’arte postale. Certo, magari a volte non faccio niente di tutto ciò ovvero lo faccio in momenti diversi. Magari mi metto a fare della ginnastica sessuale (sono esercizi specifici per donne, non pensate male, anche se poi così male non sarebbe) sempre ascoltando musica. A Forlì invece o mi incontro con la Silvana, la prima moglie di mio babbo o con qualcun altro a fare due chiacchere. Oppure faccio un giretto nei negozi o al Comitato Lotta alla fame nel mondo, la “Mecca dei cercalibri”. Ultimamente ci ho trovato un libro di astrologia fatto molto bene che anni fa costava 45mila lire. Un affarone dal momento che gli ho dato solo 5 euro. Qua a Faenza ancora non ho scovato tutti i posti dei trovarobe. Anche per queste attività occorre un tempo che io non sempre posseggo.
Amerei per esempio passare tanto tempo in biblioteca. Il problema è che mi ci perdo perché in biblico c’è troppa, troppa roba tra libri, pc, cd, dvd, ecc… Poi mi evoca i ricordi universitari. Un incubo dal quale voglio scappare.
Adesso, con le belle giornate cosa fa la casalinga Sofia, prima che si faccia notte? Chiaro, va in campagna a prendere il sole. O vado sulle colline locali di Castel Raniero oppure vado qui vicino al campo da baseball. Mi basta un oretta, giusto il necessario perché il mio fisico si riprenda dall’umido inverno. Ieri, 9 maggio 07 sono stata al mare a Cervia per qualche ora e ho fatto perfino il bagnetto:storico! Ho provato questa tavola da skimboard che stava attaccata al muro da anni, solo per il gusto di vedere come andava. Beh, se non è stata utile per cavalcare le ondine che da noi sono assenti, almeno è stata utile come poggiaschiena sull’arenile. Questi sono i giorni in cui al mare si sta meglio. Zero turisti, zero stress.
La sera la casalinga Sofia in genere va in palestra a boxe al Palazzetto Bubani. Ma con la bella stagione per me è più dura sopportare la calura della palestra allora mi dedico alla mountainbike e al nuoto ed eventualmente alla corsa mattutina. Ultimamente alla fiera “commercianti per un giorno” svoltasi a Forlì, ho comprato un sacco da boxe nuovo da riempire. Appena sarà pronto lo appendo in cantina per lo sfogo saltuario estivo di calci e pugni. Quest’anno ho seguito un piccolo corso di difesa personale per le donne a Castelbolognese. Si svolgeva il sabato ed era gratuito. Basato sulle tecniche del Kung fu credo sia molto efficace a livello difensivo, ma bisogna poi vedere nella realtà. La cosa bella era la parte finale comprendente tecniche di rilassamento. Il corso riprenderà ad ottobre.
Amo andare in mtb o correre in campagna. In inverno riesco anche ad arrivare al campo cross dei Monti Coralli –saranno 6 km da casa-. Ascoltare tutti i rumorini della natura mi fa stare benissimo, altro che lettore mp3! La biscia che ti attraversa la strada, l’upupa che vola in alto, le lucertoline, i merli, le farfalle che ti accompagnano e… il cinghiale. Sì, ho avuto un incontro ravvicinato con un cinghiale l’altro giorno mentre correvo a Castel Raniero. Mi è preso un colpo vedere questa enorme massa di pelo nero che mi guardava minaccioso con i suoi occhietti neri e le zanne sporgenti. Per fortuna ha tirato dritto e non mi è venuto addosso:tremavo come una foglia! Ora capisco il gusto che ci deve essere a cacciare tali maiali selvatici.
La sera la casalinga Sofia cosa fa? Siccome non è single, non si rovina davanti ad una asettica chat per delle ore. O si guarda un film mentre si cena, poi lettura a letto. Ovvero fa arte postale poi lettura poi letto. Senza un lavoro è anche difficile uscire la sera. Uscire costa come gli hobby e lo sport. E’ chiaro che se scelgo gli hobby e lo sport da qualche altra parte dovrò tagliare. Ma immagino che questo pensiero non sia comune a molti. Oppure è più comune di quanto io creda, ma la gente poi se ne frega e non lo mette in pratica? Ho letto che ci sono tante persone indebitate fino al collo a causa dell’accumulo di vari mutui: pazzesco! E’ il dramma del bancomat e dei pagamenti tramite RID bancario. Sembra di non spendere ma si spende. Mi madre non chiese mai il bancomat. Ritirava un po’ di spillatico ogni mese in banca e quello le doveva bastare. Così è riuscita a risparmiare. Mi domando se oggi ci riuscirebbe.
La scorsa settimana mi sono permessa di andare al concerto di Bonnie Prince Billy al nostro storico teatro Masini. Come faccio a conoscere tale personaggio? Grazie alla mia amica francese ovviamente, la grande Cath. E’ lei che mi aggiorna sugli artisti “buoni” del momento. Per queste cosa la Francia ha una marcia in più. I dieci euro di ingresso erano equi e l’atmosfera davvero intima. Sia Bonnie che il suo giovane batterista dall’aria più gay che bohemien si sono scolati una bottiglia di vino rosso a testa on stage. Li vedrei a suonare insieme a Vinicio Capossela. Sono andata da sola perché Marco non avrebbe retto questo genere di musica. I ritmi lenti non fanno per lui. In compenso mi ha portato a Spiderman 3, a mio parere il migliore dei tre della serie. Certi film sono solo da grande schermo, non c’è dubbio. Come Harry Potter, Pirati dei Caraibi ed altre storie di catastrofi naturali. Sono tanti gli effetti speciali e le finzioni che farebbero cosa saggia a non scritturare gli attori e a sostituirli con disegni al PC già che ci sono. Presagisco un futuro robotico–spero lontano- dove il mestiere dell’attore cinematografico non esisterà più e gli attori saranno fuorilegge relegati a membri di caffè o società segrete, perché comunque PRIVI di ignoranza.
Nostradamus Sofia ha parlato.
Un altro lusso che mi sono concessa è la visita alle mostre di Felice Casorati e Domenico Ballardini al MAR a Ravenna. Entrambe mi sono davvero piaciute, soprattutto quella di Ballardini, perché io prediligo il chiaroscuro e i disegni a matita e carboncino. Inoltre la plasticità e la scultura sono le espressioni artistiche che amo di più in assoluto. Che sfiga però. I due artisti sono nati nello stesso periodo a fine ottocento, ma il secondo è vissuto davvero poco, solo 25 anni, pieno di debiti e cornuto. Eppure così talentuoso che ancora oggi i calchi per la ceramica realizzati da lui sono utilizzati dalle botteghe artigiane. Hanno anche realizzato un film sulla sua vita, “Il germe del melograno”. Non sono riuscita ad andarlo a vedere, ma lo farò alla prossima occasione.
Insomma, alla fine, lusso di qua e lusso di là anche io nel mio piccolo vivo nel lusso. Certe volte mi sento in colpa ma poi mi chiedo: - cosa farei altrimenti?-. E’ giusto stare sempre a scrivere davanti al Pc o lunghe epistole confortanti?

Due settimane fa Marco mi ha portato a La Verna, la montagna in provincia di Arezzo dove San Francesco si dice abbia ricevuto le stimmate. Al tempo doveva essere un gran bel posto pacifico. Ora i turisti rovinano l’aurea che il luogo dovrebbe trasmettere. Dovrebbero limitare il numero dei visitatori a tot numero al giorno. Stupendi boschi e foreste meritevoli di lunghe passeggiate al fresco.

Altri films che consiglio sono:
Zucker, come diventare ebreo in sette giorni.
Good Bye Lenin
Le vite degli altri.
Tutti films tedeschi e godibilissimi. Il primo comico, il secondo anche tragico e tratta della cd. “Ostalgie”, nostalgia dell’Est –si riferisce alla DDR. Il terzo è una storia che racchiude passione, amore, morte, tradimento e ideali ed è da considerare un documento storico. Attori eccezionali, di quelli che parlano senza parlare per intenderci.


Il tempo e il sedere vanno dove vogliono loro. Non si possono controllare.
L’ho sentita su Mtv.


Se sputi in cielo poi ti cade in faccia.
Dal film Zucker.

L’elefante all’uomo nudo:- carino, ma riesci a respirare con quello?- dal film Radio America

Bene , ora vi saluto
Buona estate a tutti e fatevi vivi

Sofia 10/05/07