nell'anno del Signore

Wednesday, August 01, 2007

I LIBRI NON MI ATTIRANO PIU’

Sì, lo so, potrei avere scritto una fesseria, ma vi assicuro che non è così.
In genere, quando entro in una libreria o in una biblioteca, mi sento pervasa da un senso di appartenenza. La sensazione è quella di sprofondare in un barattolo di miele con sentore di mirra; quasi mi sento inebriata, drogata. Amo i posti che sanno di cultura. Non è che sono una “fighetta girotondina”, è che davvero mi piace l’idea che lì, in quel posto, è permesso approfondire il proprio sapere come si vuole e senza essere giudicati per questo. Ultimamente però ho un problema, o meglio, è nato dentro di me un disturbo. Quando ero all’università non me ne accorgevo perché ero sommersa dai libri (più che altro giuridici) sempre e ovunque, quindi non ci facevo caso. Entrare nella Libreria Irnerio in Via Irnerio e trascorrerci dentro un’ora era un piacevole passatempo di vita quotidiana studentesca. Era l’epoca dei libri “mille lire”, ce n’erano mucchi e mucchi e occupavano pavimenti interi. Diciamo che tra i manuali pocket –non a mille lire - quello più venduto era “Lo zen e l’arte di scopare” di Jacopo Fo. Mi chiedo se i consigli scritti dentro fossero validi ( non l’ho mai letto n.d.S.). Io mi perdevo nella lettura di Personology e dei libri fotografici di genere architettonico e artistico, cosa che faccio tuttora. Se mi volete trovare in una libreria basta che cerchiate il settore delle edizioni Taschen (un Nobel al signor Taschen, un Nobel!); ecco io sono lì. E sapete perché sono lì? Non solo perché mi interessano tali libri, ma anche per sfuggire a questo nervosismo che da qualche tempo mi prende quando entro in libreria. Non è tanto “il sentirsi ignorante”, del tipo –Mannaggia, quanti libri dovrei leggere, quanto sono ignorante.- ma è il fatto che mi sono resa conto che mi pigliano per il c**o. Sì, una parte dell’editoria mi piglia per il sedere e non sono l’unica vittima. Certo è l’uovo di Colombo. Ma io dico, è possibile che vengano pubblicate certe porcherie? Sì, perché non si possono definire in altra maniera. Non mi riferisco solo al tizio che scrive di un teorema sul parcheggio perfetto. Insomma basta avere un minimo pensiero critico che si viene pubblicati. Possibile che sia così facile? Non esistono logge massoniche anche nell’editoria? Io vorrei puntare il dito invece su tutti quei romanzi indirizzati al pubblico femminile del tipo “ Fare shopping con mia sorella” o “Bebè in arrivo per giornalista in carriera” o “ Hai sentito quel tipo lì?” o “ Come sfruttare i maschietti” (titoli vicini agli originali n.d.S.). Ma che cavolo, non bastavano i romanzi Harmony a mandare in pappa il cervello delle donne? Ma pensano che siamo tutte cerebrolese ovvero rampanti manager in cerca dell’ometto da spolpare alle prese con vacanze esotiche, gallerie d’arte, pappine e compagni di letto col bel conto in banca? Scusate, ma io non mi ci ritrovo proprio. Questo è un vero e proprio complotto politico mondiale contro le donne. Ora io capisco che i libri come i film debbano anche farci sognare e costituire una piacevole evasione, ma essere un mezzo per plasmare il cervello delle donne per schiavizzarle nuovamente come impongono alte potenze sociali poi no. Da notare che il 99 percento di questi libri sono scritti da donne Americane e rappresentano ben poco della vita delle donne Italiane. Lo stesso ho notato accade nei libri rivolti alle giovanissime. Sì, io mi studio anche il settore giovanile, un po’ per vedere le illustrazioni e un po’ per capire cosa si vuole comunicare ai giovani e come lo si vuole comunicare. No, non mi pagano per fare ciò, solo che io preferisco la non ignoranza e soffrire un pochino a causa di questo. Mia madre diceva : “E’ meglio avere a che fare con un cattivo che con un ignorante.”. Aveva ragione.

Diceva anche “I dutùr i fa murì la zenta”, “i dottori fanno morire la gente”. Quando le chiedevano: “Lei signora, quando è felice?”, rispondeva: “Quando muore un dottore”. Non aveva tutti i torti. Certamente alcuni medici se la tirano un sacco per la divisa che indossano e farebbero meglio a stare un po’ “cacati” (scusate l’espressione n.d.S.). Ultimamente ho avuto una incomprensione con i vertici di un’asl locale. Il bello è che nessuno mi ha riferito niente, indi per cui ho dedotto che tutto fosse filato liscio. Col cavolo, un tal primario tramava dietro di me nell’ombra, per ingraziarsi dei capò di partito e mentre lui conosceva il mio nome e cognome, non si è neanche degnato di presentare le sue lamentele a me di persona, ma di “silurarmi” per interposta persona come farebbe forse un bambinetto. Io considero tale primario – uomo o donna che sia - una nullità, una cacca per come si è comportato. E’ questione di etica, di correttezza. Proprio i medici che dovrebbero esserne tra i portabandiera. A me non interessa se ha una Laurea in Medicina. Anche io ho una laurea. Ok, è in Giurisprudenza, ma non l’ho comprata su ebay. Ho trovato proprio dei siti dove vendono titoli di studio di ogni genere simili agli originali. Basta pagare e la laurea è servita. Io darei un premio a quei professionisti che operano con titoli fasulli. Fanno ben bene. Noi Italiani siamo i soliti creduloni e raramente ci accertiamo della veridicità e dell’affidabilità dei lavoratori che sventolano titoli a destra e a manca. Per fortuna che ogni tanto qualcuno riesce a fare qualcosa di buono spacciandosi per altri. Mi viene in mente un certo Giorgio Perlasca… http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Perlasca

Ho terminato di leggere “Stella Meravigliosa” di Yukio Mishima, quel famoso scrittore giapponese che si uccise facendo seppuku (suicidio tradizionale giapponese n.d.S.) in una caserma occupata simbolicamente. Una gran palla di libro, ci ho messo un’eternità a finirlo. Tutto un racconto melenso per dire cosa poi? Che sì, gli alieni sono tra noi e ci osservano nascosti in sembianze umane. Vorrebbero salvarci ma non ce lo meritiamo. E vi sono due fazioni di alieni: gli estremisti che vogliono sterminare l’umanità senza pietà e quelli che invece concedono agli umani una seconda possibilità. Io non saprei da che parte stare. Ma in base alle mie ultime esperienze di vita opterei per non concedere una seconda possibilità. Non la concedono a me quindi significa che deve essere così (Naike, ora ti comprendo! n.d.S.). Altre cose su cui riflettere sono il contesto della Guerra Fredda, i rapporti umani e sociali, i conflitti familiari, le convenzioni e i pregiudizi. Vi sono anche frasi talmente profonde che qualche volta ho dovuto leggerle tre volte per potere coglierne il significato. Mi domando come a Mishima, nato lo stesso anno di mio padre, il 1925, avendo scritto parecchi libri altamente legati alle tradizioni del Giappone, sia venuto in mente di scrivere una storia di tale stampo. Un tipo davvero particolare, non c’è che dire.
http://it.wikipedia.org/wiki/Yukio_Mishima
Vi sono alcune cose che nello scrivere tralascio, un po’ perché mi dimentico e un po’ perché io desidero scriverle al momento opportuno. Quindi non mi bacchettate se non le scrivo, un motivo logico esiste. Non ho ancora parlato del Tiro a Segno. Tutto è cominciato un pomeriggio qualche mese dopo la morte di mia madre. Ero di ritorno da Forlì e mi venne in mente che mia madre mi diceva che le sarebbe piaciuto andare al poligono a imparare a sparare insieme a me (ho realizzato da poco perché). Quelli erano tempi in cui io ero divorata da una rabbia indefinibile che ancora non ho del tutto esaurito benché sia abbastanza sopita. Come potete immaginare non avevo niente di importante da fare e mi sono detta: - Perché no?-. E così ho iniziato questo percorso interiore. Per me non è uno sport, ma un percorso interiore. Lo reputo alla stregua di una lezione di yoga. Gli elementi sono quelli: concentrazione, respiro, resistenza e fiducia in se stessi. Io nella mia testa con il termine “sport” definisco quelle attività dove il fisico si muove notevolmente e dove si suda un bel po’. Non includo la pratica sessuale, non rientra in alcuna federazione sportiva: che poi faccia bene è un altro discorso. Questa mia opinione non vuole minimamente sminuire l’attività agonistica del Tiro a Segno, ci mancherebbe. Io la vivo così e forse potrebbe essere lo spirito giusto per ottenere anche buoni risultati in ambito sportivo. Chiaramente il condimento comune a tutte le attività sportive è sacrificio e costanza. Sparo con la mia pistola Beretta cal. 22 e aria compressa ai 10 metri. Poi ogni tanto mi fanno provare qualcos’altro tra cui fucili vari. Devo dire che il fucile mi piace di più un vallo, dà più gusto, è violento, Sì, questo non lo dovrei dire, ma lo penso, quindi lo scrivo. Ora posso applicarmi più di prima in questa attività dal momento che mi hanno integrato nell’organigramma come segretaria. Per ogni info, anfo e attentati vari riguardanti il TSN di Faenza vi prego di guardare qui: http://tsnfaenza.altervista.org/
Vi sono anche avvisi sulle gare nel caso a qualcuno interessasse.
Se leggete bene le cronache di vita sociale del TSN leggerete che il TSN di Faenza è gemellato con il TSN di Rijeka. Funziona che loro vengono da noi un anno e si fa la gara e l’anno dopo si va noi da loro. Bene, all’inizio del mese scorso sono saltata su e non avevo idea che avrei sparato anche io. Ero salita su per fare numero e perché mi pareva una buona occasione per vedere posti nuovi che non avevo mai visto. All’andata passammo da Trento per rilevare un tiratore di quelli buoni e girammo per la città. TN è sempre gradevole all’occhio con quei vecchi palazzi dipinti e gradevole allo stomaco se ci si ferma in una birreria di quelle caratteristiche. Noi scegliemmo la Forst e lì fuori un uccellino ci fece compagnia mangiando tutti i rimasugli. Lo chiamavano Del Piero… ma và ;))) !
Il viaggio non durò poi tanto considerando la sosta a TN di un paio d’ore. Arrivo sull’una di mattina e si viaggiava dal pomeriggio. Ostacoli solo alla frontiera croata per via delle armi, ma senza motivo logico. Si sa che la Croazia non è ancora in Europa e alla frontiera fanno un po’ come in altre frontiere dell’est. Si patteggia e si fa come vogliono loro. In pratica è il trionfo della burocrazia: timbri e “cartaza”. L’hotel dove alloggiavamo si trovava a Lovran, un paesino a qualche chilometro da Rjieka. Putroppo non avremmo avuto il tempo di visitare questi posti con tranquillità, ma io – come solito – mi ritagliai un paio d’ora per far di corsa quasi tutto il lungomare Franz Joseph, una caratteristica passerella a strapiombo sul mare che, passando in mezzo a porticcioli, banchine, hotel e vecchie caserme collega per chilometri tutti i paesini della costa fino a Rijeka. Un gran spettacolo! Mangiare bene si è mangiato bene. Al ristorante sul mare pesce fresco appena pescato. Ho provato i calamari e gli scampi alla griglia: una delizia! E al poligono ci offrivano sempre da mangiare iniziando di prima mattina col caffè turco (caffè lungo con i fondi depositati nella tazza) e la loro grappa aromatica, la bisca. La carne ai ferri era ottima.
Ho trovato persone cordiali, semplici e pulite come piace a me. Consiglio un giro in Croazia a tutti quanti. Alla fine poi mi ritrovai con la pistola in mano cal. 9 a provare la mia prima competizione. Devo dire che, a parte l’emozione, mi è piaciuto un sacco.


Anche ieri pensavo che il mio corso di specializzazione in marketing sia stata una di quelle cose inutili non tanto perché io non abbia trovato lavoro in quel campo ma per il motivo che della parola “marketing” al nostro piccolo e medio imprenditore romagnolo non importa un Kaiserslautern (per non scrivere “un ca…”). Neanche sa cosa significa “marketing”. Devo dire che basterebbe davvero poco per dare un input pubblicitario alle proprie attività imprenditoriali. E non si tratta solo della solita sponsorizzazione sportiva. Io se fossi in politica promuoverei una legge per i cessi obbligatori in ogni città medio-grande con il sistema tedesco che ho visto negli autogrill in Germania lo scorso marzo durante il viaggio a Stoccarda per la Fiera Europea delle armi. In pratica paghi 50 cent per entrare in bagno, un bagno pulitissimo e perfetto. Al momento dell’inserimento della moneta nell’apposita macchinetta ti viene rilasciato un buono di 50 cent che puoi usare come sconto sulla consumazione al bar. Mi pare di avere letto che si hanno 6 mesi di tempo per consumarli e sono cumulabili. Io aggiungerei la possibilità di inserire all’interno delle porte dei bagni una pubblicità, delle sponsorizzazioni. Tempo fa in Austria notai una pubblicità della scuola di judo di Innsbruck posta dentro il cesso sulla porta. Geniale! Mentre defecavo me la sono letta tutta, compreso la piantina del dove si trovava. Nella vita non si sa mai. Il problema è che da noi ci sarebbe sempre qualcuno che vuole guadagnarci, caste di cooperative e mafiose pronte ad ammazzarsi per l’appalto e comunque l’atteggiamento italiano generale del distruggere ciò che di nuovo viene costruito (immagino abbiate tutti una idea generale dei nostri cessi pubblici).
Noto che l’ultima trovata di marketing è la creazione della propria pagina su Myspace.com. E’ uno di quei “siti cassetta” dei quali ho parlato in passato, dove puoi aggiungere gli “amici” che io chiamo “figurine”. Secondo me quelli che hanno cinquemila amici li “vedono” tipo “ ce l’ho, ce l’ho, mi manca”. Insomma un buon strumento di marketing se lo sai usare. Io sto imparando poco a poco a personalizzare la mia pagina, un po’ per mancanza di tempo e un po’ perché col PC sono negata e vado molto a tentativi. Devo dire che selezionando le persone e gli “amici degli amici”, che io chiamerei più correttamente “contatti”, ho conosciuto un paio di persone interessanti del tipo una skater della Florida aspirante infermiera E.R., un giocatore di Poker di San Francisco, un chitarrista blues tedesco e un paio di artisti di design davvero dotati. Chiaramente ci sono anche alcune delle mie corrispondenti tra cui mailartartisti.
Una di quelle cose che mi irrita nelle operazioni online è quando ti chiedono di scrivere delle sequenze di lettere date a caso. Lo definiscono “controllo di sicurezza”, ma è una cavolata, lo può fare anche un bambino. Addirittura su myspace dicono che ti chiedono di fare ciò per verificare se “SEI UN UMANO O UN COMPUTER”. Per me donna della strada, questa è una frase assurda! Dovrei quindi dedurne che esistono computer in grado di sedersi dove sono io e di scrivere davanti al pc anche loro pensieri critici? Sìììì??? Allora i servizi segreti davvero ci nascondono qualcosa…. Non pensavo di vivere dentro Full Metal Alchemist (animazione giapponese n.d.S.).

Tornando alla Fiera delle armi –Waffenboerse – a Stuttgart che ebbi occasione di visitare lo scorso Marzo, devo consigliare a che è interessato al genere di farci una capatina, perché ne vale la pena. Io non sono una esperta del settore, ma posso garantirvi che è vasta e c’è un po’ di tutto, dall’antico al moderno, anche se devo dire che quello che riguarda l’ultima guerra la fa da padrone. C’è anche un settore dedicato al selvaggio West con i tipi vestiti a tema. Oltre a questa fiera, in contemporanea nello stesso week-end vi sono le fiere dell’antiquariato, pietre e minerali e monete e francobolli. Una cosa immensa, da perdersi e da perdere il conto di quel che si spende se non si sta attenti. Questa ultima cosa mi succede spesso alle fiere. Essendo io andata di venerdì – viaggiando la notte precedente– ho visto solo un po’ della fiera dei minerali dove ho comprato un pezzo di bismuto, minerale che forma delle piramidi a spirale e presenta un colore metallico che fa sembrare il tutto una base di extraterrestri. Era il 22 marzo, quindi l’inizio della Primavera, ma si mise a nevicare. Questo evento fu per me uno spettacolo, stanca dopo avere vissuto il nostro “arido” inverno! Il pomeriggio eravamo a Munchen. Giro serale per il centro con cena alla birreria Hofbrauhaus e rito all’Hard rock Café. Prima di coricarmi mi concessi un bel bagno tonificante, cosa che a casa non posso fare, visto che ho solo la doccia. Il giorno dopo, un breve raid a comprare birra e gnam gnam caratteristico e tour personale da CeA, catena tedesca tipo Oviesse, dove in genere trovo ottimi capi di abbigliamento a prezzo decente. Infatti trovai tre paia di pantaloni per Marco a 9 euro l’uno. Che peccato non avere potuto usufruire della mattinata intera! Ma almeno le mie finanze non hanno troppo sofferto.




Vi consiglio di vedere le puntate di “Romeo X Juliet”, scaricabili dal sito www.mangadreamworld.it dove potete trovare altre animazioni nipponiche ancora non comprate da mtv. I disegni non sono assolutamente niente di speciale, ma la storia riedita in questa futuristica Neoverona mixa la vecchia “Stella della Senna” con la saga di Shakespeare e le musiche sono molto accattivanti.

L’ultima puntata del maghetto Potter mi è piaciuta come sempre, a discapito di chi la critica per via della lentezza della prima parte. Io ancora non ho terminato di leggere il rispettivo volume, ma la lentezza è normale che ci sia, visto che anche la prima parte nel libro è lenta. Chiaramente molto è stato tagliato, ma per i fan cinematografici che seguono la saga da anni tutto quadra. In particolare ho amato il personaggio di Luna Lovegood o Looney Luna, nel cui carattere mi rispecchio parecchio. Soprattutto quando è un po’ stralunata e vede cose dove non ci sono.


Terminato 01/08/07 Sofia M.C.




La pellaccia viene prima delle opinioni. By me

Il fiore per eccellenza è il ciliegio, l'uomo per eccellenza è il guerriero.
Y. Mishima

Non c’è differenza tra chi fonda una banca e chi la svaligia. B.Brecht

“Dimmi Yassir… Quando ero piccolo i soldati francesi uccisero tutta la nostra famiglia. Li massacrarono, no?”
-segno di assenso-
“Come lo chiamarono?”
-Lo chiamarono PACIFICAZIONE-
“Pacificazione?”
-segno di assenso-
Tratto dal film INDIGENES che racconta il contributo di sangue versato dai marocchini per liberare la Francia durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Tra gli attori Jamel Debbouze, il “verduraio sensibile di Amèlie” per intenderci.